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In una tranquilla località di provincia improvvisamente si verificano quattro omicidi nello spazio di circa dieci mesi. Le vittime apparentemente non hanno legami fra loro. La città è sconvolta. Si scatenano dinamiche sociali violente e razziste. Un campo rom viene dato alle fiamme, ogni "diverso" viene visto come un potenziale colpelvole. Il commissario Toni Biondi, un poliziotto molto "antipoliziotto" per il suo cronico "antidecisionismo", indaga su due ipotesi: la pista mafiosa visto che una cosca catanese ha allungato da tempo i suoi tentacoli sulla città o il movente sessuale perché il serial killer si accanisce sugli organi sessuali delle vittime. Quando sembra aver imboccato un vicolo cieco Biondi, un po' per caso, riuscirà a dipanare la matassa. La vicenda avrà inaspettatamente una sterzata e il movente delle uccisioni emergerà a fatica nella mente del commissario: assurdo, surreale, fuori dalla logica umana... "Strage silenziosa" è un giallo, ma non solo. È un atto di accusa verso una società antropocentrica, in cui da sempre una specie vivente opprime tutte le altre.